Inarcai lo sguardo
ma non planò su nuvole amiche
Un libro di vetro ha pagine fragili
e nessun soffio
che le sappia sfogliare.
© Patrizia. M.
Inarcai lo sguardo
ma non planò su nuvole amiche
Un libro di vetro ha pagine fragili
e nessun soffio
che le sappia sfogliare.
© Patrizia. M.
Tutto quello che accade nel mio giardino e dintorni
Lo so, lo so, lo so che un uomo, a 50 anni, ha sempre le mani pulite e io me le lavo due o tre volte al giorno, ma è quando mi vedo le mani sporche che io mi ricordo di quando ero ragazzo. Tonino Guerra
giardinaggio, fiori piante e poesia
"Dell'insensato gioco di scrivere" o del suo male
"questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo
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Estasiato dai Tuoi versi in arte!!!
Un cordiale abbraccio
Claudio
Sei troppo generoso Claudio, i miei son solo scarabocchi…
Grazie
Bella l’immagine del libro di vetro, il libro della nostra vita, che diventa sempre più fragile con il passare deglia anni 😦
Un saluto
Lucia
Purtroppo è inevitabile… non ci è dato di modificare questa realtà. dobbiamo solo accettarla…
Grazie e un abbraccio
Grazie Piero…
La poesia è fatta di momenti, anche di momenti come questo. Momenti in cui ci piangiamo un po’ addosso, ma poi passa…passa sempre tutto…
Un abbraccio 🙂
Parli di vetro, cara Patrizia, ma sembrano cristalli di ghiaccio.
L’arco di quello sguardo attraversa un universo oscuro, immobile, algido.
Il movimento che inarca l’infinita linea diritta dello sguardo si congela nell’attimo in cui le pagine di vetro di quel libro si serrano, come denti che stridono, che nessun respiro trapassa.
Il calore di un soffio, un bacio leggero, non basta.
Il ghiaccio resta gelato.
Il libro serrato.
Nessun amore riscalda quel corpo, che resta chiuso, non sa darsi, non si fa sfogliare.
Sembra un libro di morte.
Un amore finito.
Un universo disabitato.
Dove è caduto quell’arco dannato!
In un inferno senza fiamme, in un mare di dolore, in un letto ghiacciato.
Perchè, cara Patrizia?
Restasti a guardare quel balletto di morte?
Eri tra il pubblico che assistette all’epidemia che stroncò, uno ad uno, tutti i petali di quel fiore che una volta era vivo e profumava d’amore?
Serrasti gli occhi, perciò s’inarcò, quello sguardo impaurito. Corse a nascondersi, si rinchiuse in un muto silenzio.
Tanta tristezza, sento, in questi tuoi versi, stasera.
Posso mandarti un bacio per regalarti un attimo di dolce, amichevole, sollievo?
Piero